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Rally a Wall Street per i bond legati ai mutui subprime

di Marco Valsania

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9 ottobre 2008

I mutui subprime sono all'origine della grande crisi. Ma adesso potrebbe essere proprio da questi strumenti che arriva qualche segnale di schiarita: le obbligazioni legate ai prestiti immobiliari a rischio hanno dato segni di vita.
A misurarli, questi segni, sono indici identificati da sigle e nomi complessi e sconosciuti ai più: il 2006-01 ABX index, che segue l'andamento di bond garantiti da mutui classificati come AA, è lievitato del 13% nel corso delle ultime tre settimane, a quota 57,4. Una cosa è tuttavia chiara: il livello che raggiunge è inversamente proporzionale al pericolo di default.

Né quello dell'Abx Index è rimasto un caso isolato. Altri indici della stessa "famiglia", collegati a titoli costruiti impacchettando prestiti immobiliari con rating di AAA e BBB, non sono stati da meno. Hanno di recente messo a segno rialzi attorno al dieci per cento.
La nuova, improvvisa marcia di questi indici rappresenta un primo voto di fiducia sul grande piano governativo di salvataggio da oltre 700 miliardi di dollari dell'alta finanza americana. I 700 miliardi dovrebbero essere spesi per rilevare asset tossici, ovvero titoli e mutui, dai bilanci di numerose società finanziarie, offrendo sostegno al mercato.

La schiarita sugli orizzonti subprime è avvenuta nonostante i ribassi delle Borse. Queste tensioni restano il sintomo di una situazione ancora tutt'altro che sotto controllo. Continue spirali di crisi finanziaria ed economica potrebbero mettere sotto pressione il settore immobiliare e dei titoli e derivati a lui collegato. La stagione invernale, avverte il Wall Street Journal che ha ripercorso il rimbalzo degli indici, tradizionalmente vede aumentare i costi per i proprietari di casa. E anche il nervosismo sui tassi di interesse di mercato mantiene alta la suspense.
Un nuovo dato ha ieri messo in luce il difficile stato delle famiglie e delle loro proprietà immobiliari: Economy.com, società di Moody's, ha calcolato che quasi un proprietario su sei oggi si trova "under water", sott'acqua, espressione usata per definire chi ha debiti superiori al valore dell'abitazione. In cifre, circa dodici degli oltre 75 milioni di americani che possiedono una casa si trova in simili condizioni a causa di prezzi spesso caduti del 30 per cento.

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